Docenti di Sostegno su richiesta delle famiglie: “si cancella il merito e la Costituzione: perché si aggirano le graduatorie vigenti..."


La decisione influente delle famiglie nella scelta del docente di sostegno precario dei figli non può essere applicata: la posizione contraria è del sindacato Anief, che invita i diretti interessati a presentare domanda di preadesione al ricorso al Tar contro il DM 32 del 26 febbraio 2025 sulle "Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, a norma dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106".
Il sindacato Anief si è da subito espresso in modo contrario a questa disposizione, spiegando i motivi del dissenso anche durante una audizione, tenuta in Commissione Cultura della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge 71/2024. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “quella di confermare il docente di sostegno supplente nella stessa scuola dove ha svolto servizio nel precedente anno scolastico su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, sentendo anche il parere del dirigente scolastico, è una decisione che non ha alcun impatto sulla continuità didattica”.
Secondo Pacifico, quindi, “si cancella il merito e la Costituzione: perché si aggirano le graduatorie vigenti, frutto dei titoli acquisiti negli anni e dei servizi svolti, per optare questa specie di chiamata diretta? La famiglia può essere pressoché decisiva nel prendere una decisione così delicata? Con tutto il rispetto per le madri e padri degli alunni con disabilità, i cui pareri e giudizi vanno pur sempre considerati, non pensiamo che possano avere l’ultima parola su una scelta così complessa.
Secondo l’Anief, quindi, il docente di sostegno, leggi alla mano, deve essere assegnato alla scuola attraverso GLO e associato ad uno o più alunni in base al Piano educativo personalizzato.
“Altro che scelta del docente da parte delle famiglie – conclude Pacifico -, quello che c’è da fare è sempre e solo tramutare gli attuali 100.000 posti in deroga in cattedre di diritto e nel contempo specializzare in didattica speciale i 90.000 insegnanti che affiancano oltre 136mila alunni senza docente specializzato”.
di VALENTINA TROPEA