L’intervento sul decreto legislativo n. 66/2017, al fine di garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità, sta suscitando non poche perplessità. Critiche dai sindacati, che stanno esprimendo il loro disappunto in diversa maniera, e non solo. Frizioni sul tema anche nella stessa maggioranza
È stato approvato dal Consiglio dei ministri, il 26 Marzo 2024, il disegno di legge in materia di semplificazioni che contiene alcune modifiche inerenti la scuola. Tra tutte, è importante porre l'accento e soffermarsi su quella che introduce la possibilità di confermare i docenti precari sui posti di sostegno su richiesta delle famiglie e previo parere del dirigente scolastico. L’intervento sul decreto legislativo n. 66/2017, al fine di garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità, per come presentato dal Ministro Valditara, però ha suscitato non poche perplessità e non è piaciuto a molti sindacati, che stanno esprimendo il loro disappunto in diversa maniera. Secondo alcune notizie trapelate anche nella stessa maggioranza sono presenti frizioni sulla norma stessa.
A tal proposito Anief, giovane sindacato rappresentativo sempre dalla parte dei lavoratori della scuola soprattutto precari, boccia la proposta. Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ha ribadito che la continuità didattica non si garantisce così: “invece di stabilizzare i docenti sui 100 mila posti in deroga e assumere specializzati in Italia e all'Estero, saranno confermati dalle famiglie piuttosto che essere chiamate da graduatorie.
Il 50% dei posti su sostegno - ha ricordato Pacifico - è dato in supplenza. Questo è pietoso per la continuità didattica dei nostri alunni. Ciò significa che su 200mila insegnanti di sostegno, uno su due, circa 100mila non sono di ruolo. Questo accade perché questi posti vengono assegnati in deroga all'organico ed in base alle esigenze effettive. È una situazione assurda che costringe molto spesso le famiglie degli alunni con disabilità a presentare ricorso - Anief lo fa gratuitamente - per
farsi riconoscere delle ore di sostegno che altrimenti non vengono considerate.
“La maggior parte di queste disposizioni non ci trovano d’accordo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché trattare degli specialisti in didattica speciali quasi come fossero badanti, il cui operato deve essere giudicato dalle famiglie per la serenità educativa dei loro figli, con tanto di punteggi aggiuntivi, ci trova assolutamente in disaccordo.
Anche il Segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile esprime la sua, dichiarando che si tratta di un sistema che è in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. In definitiva stiamo parlando di clientelismo, senza giri di parole. Scegliersi i docenti equivale a trasformare l’istruzione, costituzionalmente definita quale funzione essenziale dello Stato, in un servizio che risponderebbe solo ai “desiderata” delle famiglie.
La segretaria generale Ivana Barbacci, in maniera molto critica e dura, afferma che il Disegno di legge Semplificazioni varato Governo contiene una misura profondamente sbagliata, e di dubbia legittimità costituzionale, per affrontare un tema serio come quello della continuità didattica per gli alunni disabili. Propone una modalità di conferma dei supplenti sui posti di sostegno che appare inaccettabile, per più di una ragione. Sempre la Barbacci continua sottolineando che È impensabile accantonare posti per una riconferma, senza avere la certezza che l'avente titolo sia effettivamente nominato. In sintesi, il sistema prefigurato appare del tutto ingestibile. Si capisce bene che non può essere questa la strada per favorire la continuità, compromessa alla radice da altre cause.
Non di meno il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio, esprime il proprio orientamento, in maniera chiara ed inequivocabile, sottolineando che "E’ inaccettabile che si intervenga con una proposta che risulta illegittima nella misura in cui non si rispettano le graduatorie; ricordo, infatti, che nel pubblico impiego l’assunzione tramite graduatorie deriva direttamente dai principi costituzionali. Lo stesso Rino di Meglio continua ribadendo che Esiste solo un modo per affrontare la problematica del diritto dei disabili, ovvero un insegnante specializzato e stabile nel tempo.
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