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Docente confermato dalle famiglie, favorevole il parere del CSPI. Maggioranza risicata per una norma che "è volta alla ricerca del consenso" afferma D'Aprile

Immagine del redattore: La RedazioneLa Redazione

"Con 19 pareri favorevoli e 16 contrari, tra cui quelli della componente della UIL Scuola, il CSPI, con una maggioranza risicata, formula un parere sul decreto..."

Contrario il voto della Uil Scuola: “Scelta rischiosa, mina la trasparenza e l’imparzialità del nostro sistema scolastico”. 

Con 19 pareri favorevoli e 16 contrari, tra cui quelli della componente della UIL Scuola, il CSPI, con una maggioranza risicata, formula un parere sul decreto ministeriale che dovrà regolare, per il 2025/26, le conferme dei contratti a tempo determinato dei docenti su posto di sostegno su proposta delle famiglie, in cui di fatto non si esprime alcun parere.


La componente di parte pubblica, pur manifestando diversi punti di criticità nell’attuazione della norma, ha votato favorevolmente l’approvazione di un testo con una formula finale “neutrale”, che riteniamo sia una scorciatoia e rappresenta un modo per non esprimersi in modo chiaro sulla portata di tale provvedimento.

La componente della UIL Scuola ha, invece, assunto una posizione ben chiara chiedendo che si esprimesse parere negativo sullo schema di decreto.


Una posizione assunta, senza nessun tentennamento, sia all’interno della commissione che ha formulato il parere, sia successivamente nell’adunanza plenaria.

Abbiamo ribadito che ciò che è previsto dal decreto è un’operazione volta alla ricerca del consenso, lesiva dei diritti di graduatoria e in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo.

Consentire la possibilità di assegnare una cattedra sulla base del “gradimento” dei genitori mette a rischio la garanzia sancita da graduatorie che hanno sempre rappresentato il fondamento giuridico e costituzionale nell’assegnazione di una supplenza.

La scelta della conferma del docente su indicazione dei genitori, precluderebbe, inoltre, in molti casi, di fronte al numero esorbitante di posti in deroga sul sostegno, l’assegnazione del posto ad un docente specializzato.

Riteniamo che un metodo che lascia la scelta ai genitori, in particolar modo in riferimento a quelle situazioni familiari disagiate, incoraggerà un sistema clientelare e di facile ottenimento del consenso di un genitore minando il principio di imparzialità del sistema scolastico statale.



di LA REDAZIONE

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