Crepet: "Basterebbe bocciare chi non merita la promozione e credere nelle capacità degli insegnanti esigenti e preparati. Basterebbe che i genitori smettessero di...
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Prendersi cura dei giovanissimi, istruendoli ed educandoli adeguatamente, rappresenta senz'altro un investimento a medio-lungo termine così da avere una futura classe dirigente capace e virtuosa che sappia bene come agire, senza dubbi o tentennamenti, essendo in possesso degli strumenti necessari per poter comportarsi correttamente. Ciò a cui si dovrebbe ambire, allora, è una scuola meritocratica.
A tal fine il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, attraverso una profonda disamina, offre ottimi spunti di riflessione per entrare nel vivo dell'argomento.
"Invece, dalle elementari alle medie e alle superiori, si assiste a una sorta di inversione di marcia: il tasso di creatività tende ad azzerarsi, lasciando spazio a una burocrazia che sembra interessata soltanto a trasformare la scuola in un'azienda di scarsa qualità", queste le parole dello psichiatra.
Prima la scuola era autoritaria ed adesso Crepet vorrebbe fosse una scuola autorevole. Occorre, quindi, insegnare ai giovani cosa sia il sacrificio, la disciplina, l'impegno, così da iniziare un percorso di crescita che possa donare loro tanti insegnamenti, alla luce di un principio ben chiaro e manifesto: premiare e selezionare gli studenti in base al merito.
Tuttavia ad oggi si pratica un "condono" didattico che sembra determinare conseguenze deleterie: tra il 2015 e il 2016 la percentuale dei bocciati agli scrutini di fine anno è scesa dal 9 al 7 per cento; il numero dei rimandati a settembre è calato dal 25 al 22 per cento; il 99,5 per cento degli ammessi all'esame di maturità è stato promosso,così come ci spiega Crepet in maniera chiara e dettagliata.
In realtà basterebbe un po' di buon senso ed il coraggio di bocciare per poter fare la differenza.
"Basterebbe bocciare chi non merita la promozione e credere nelle capacità degli insegnanti esigenti e preparati. Basterebbe che i genitori smettessero di intromettersi nel lavoro scolastico dei propri figli: non c'è nulla di peggio di un padre o di una madre difensori d'ufficio della propria prole.
Una bocciatura contiene un elemento di generosità: significa permettere a un giovane di conoscere i propri limiti per poterli superare, e talvolta rappresenta l'unico modo per aiutarlo a scoprire ciò che vuol davvero fare", continua ancora Paolo Crepet la sua disamina.
Promuovere tutti significa fare del male ai giovani che quando entreranno nella vita adulta e si renderanno conto che il merito è un valore oltre che una risorsa, e che la bocciatura esiste, allora soffriranno tantissimo, incapaci di gestire qualsiasi avvenimento avverso o momento difficile.
Occorre quindi riscoprire il coraggio di bocciare perché solo in tal modo i giovanissimi, ben educati ed istruiti, capiranno davvero cosa significhi essere responsabile del proprio operato. Occorre trasmettere loro il desiderio e la gioia di vivere, la curiosità per le cose belle, ma anche l'idea che si possa fare tutto bene ma solo con dedizione e determinazione, fattori che non devono mai mancare o essere trascurati. Non è tutto dovuto e la promozione non può e non deve essere qualcosa di scontato ma occorre che i ragazzi si impegnino, iniziando a sperimentare la loro curiosità, mettendosi alla prova, così da imparare davvero quali sono le loro ambizioni ed inclinazioni naturali, coltivando sogni e prefissandosi mete ed obiettivi da perseguire senza aver paura ma sempre con gran coraggio.
di VALENTINA TROPEA