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Crepet, "se la scuola fallisce, tutti falliamo", insegnanti e genitori devono recuperare autorevolezza, sbagliare rotta nell'educare porta a conseguenze disastrose

Immagine del redattore: La RedazioneLa Redazione

Bisogna ripartire con il piede giusto per allontanare la violenza dal "mondo scuola". "Se la scuola fallisce, tutti falliamo". È una scommessa...


Paolo Crepet, si sofferma anche sulla violenza a scuola. Un campanello di allarme che parla di fallimento della scuola. Sempre più frequenti sono gli episodi di violenza, "ragazzi e ragazze che aggrediscono professori o coetani, genitori che minacciano o picchiano insegnanti rei per aver punito i loro figli. E i presidi che non sanno come comportarsi."

Bisogna ripartire con il piede giusto per allontanare la violenza dal "mondo scuola". "Se la scuola fallisce, tutti falliamo". È una scommessa che la nostra società non può permettersi di perdere. Bisogna quindi rieducare i giovanissimi ad avere contezza delle proprie azioni, bisogna responsabilizzarli e non regalare loro “una bicicletta con pedalata assistita”. Molti giovani adolescenti utilizzano alcol, cocaina e psicofarmaci (CLICCA QUI) prima dei 15 anni ed è proprio di qualche giorno fa la notizia confermata direttamente dal Ministero.



Situazioni di estremo allarme che ci indicano come il valore della vita, almeno agli occhi di molti giovani in numero sempre più crescente, si sia ridotto ai minimi termini. La vita è una e va salvaguardata. I ragazzi vanno educati sin da piccoli nel giusto modo e lo si fa responsabilizzandoli al rispetto della vita stessa, del prossimo e delle cose che ci accompagnano nel quotidiano. La vera rivoluzione oggi è riscoprire le emozioni nelle piccole cose, nella semplicità. Tutto ciò è possibile solo grazie alla nostra ironia, non bisogna mai prendersi troppo sul serio.

La nuova generazione non può e non dev’essere una generazione che vive nell'attesa, sul divano di casa. L'ereditare qualcosa da qualcuno e nel tempo attendere che questo avvenga senza mai mettersi in gioco concretamente è un concetto che dovrebbe scomparire. Genitori ed insegnanti devono avere la giusta autorevolezza, sono i punti di riferimento delle nuove generazioni.

È fondamentale comprendere che cosa si intenda per “dignità della sconfitta”. Ogni giovane ragazzo deve vivere l'esperienza dell'essere curioso, deve sperimentare, deve cadere e sapersi rialzare, ci saranno salite e discese, come succede sempre nella vita, ma i genitori non devono tarpare loro le ali con ansia, preoccupazione, un eccessivo controllo che alla lunga diviene deleterio e spegne questi ragazzi. “Il controllo non deve essere superiore alla gioia”.

I giovani devono tornare a mettersi alla prova, giorno dopo giorno. Ed ecco la necessità di essere “buoni naviganti che detestano la bonaccia”, sottolinea Paolo Crepet.



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