CREPET, RISTABILIRE L'ANTICA ALLEANZA SCUOLA FAMIGLIA PER EDUCARE IN MODO SANO GLI ADULTI DEL DOMANI, UN PATTO OVE OGNUNA ASSUMA NUOVE COMPETENZE E OBBLIGHI
- La Redazione
- 11 ore fa
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Affinché sia possibile una sana e buona educazione è necessario che gli adulti di riferimento dei bambini e dei giovani, che in questi periodi delicatissimi di crescita sono principalmente genitori, insegnanti ed educatori, concretizzino una...

Rinegoziare un patto tra famiglia e scuola, ecco come secondo Crepet, psichiatra e sociologo, si potrebbe attuare un radicale cambiamento ad un sistema scolastico che presenta, ormai, evidenti limiti.
Affinché sia possibile una sana e buona educazione è necessario che gli adulti di riferimento dei bambini e dei giovani, che in questi periodi delicatissimi di crescita sono principalmente genitori, insegnanti ed educatori, concretizzino una rete di rapporti finalizzata allo sviluppo, personale e sociale, del ragazzo.
Le responsabilità di questo sistema fallato Crepet le attribuisce sia alla famiglia che alla scuola, ma proprio di quest’ultima, l’esperto pensa che non sia un luogo accogliente per gli studenti e a tal riguardo afferma: “ Troppe scuole non sono ancora il luogo della vivibilità, del benessere e degli interessi dei ragazzi, non costituiscono un loro spazio per esprimersi, tessere relazioni profonde e in esse imparare, per confrontare esperienze ed emozioni come in un laboratorio stabile, protetto e guidato dal sapere degli adulti cui sono affidati. ”
Per l’esperto occorre che la collaborazione tra scuola e famiglia sia ben consolidata, ognuna di loro deve assumersi le proprie responsabilità, a proposito di questa alleanza, il sociologo afferma: “Occorre rinegoziare un patto tra famiglia e scuola ove ognuna assuma nuove competenze ed obblighi. Nella nostra comunità è transitata una profonda trasformazione che ha toccato ogni angolo della nostra vita: è urgente che la famiglia e la scuola si adeguino alle ricadute che queste trasformazioni hanno comportato”.
Come ben possiamo capire la famiglia gioca un ruolo primario in questo dibattito, ormai i genitori sono sempre più sopraffatti dagli obblighi lavorativi e dedicano sempre meno tempo ai propri figli. Secondo l’esperto la famiglia deve ritagliarsi quanti più spazi possibili, per far in modo che non venga vista come luogo in cui ci si confronta solo durante sterili pranzi o cene ma anche come luogo di convivialità, di accoglienza, di piacere per ragazzi e genitori, a tal proposito Crepet afferma : “La famiglia deve riassumere le proprie responsabilità educative per un tempo sufficiente a riconoscersi: le sere, il sabato e la domenica, i giorni festivi, le vacanze.”
Per capire dove sono presenti le fratture in questa rete di rapporti ed attuare insieme un cambiamento, l’esperto apre un altro scenario, ovvero il malcontento di alcuni genitori sulla settimana corta. Molti genitori non sono felici di questo sistema, a loro farebbe più comodo mandare a scuola i propri figli il sabato per concentrarsi ancora una volta sugli impegni lavorativi. Mentre per l’esperto questa scelta sarebbe già la soluzione al problema.
In questo modo i genitori avrebbero l’opportunità di trascorrere più tempo con i propri figli, concentrando il loro lavoro scolastico solo durante la settimana non sarebbero sopraffatti da inutili compiti da fare a casa e potrebbero investire il proprio tempo e le proprie energie in famiglia, con gli amici, in varie attività da sperimentare per crescere e formarsi, a tal proposito l’esperto afferma: “Il tempo pieno permetterebbe alla scuola di passare dall’istruzione all’educazione offrendo tempi, luoghi e attività finalizzati a dare non solo nozioni, ma soprattutto opportunità di crescita; consentirebbe alla famiglia di riconoscersi in un tempo non più costretto e scandito dai frammenti dei pranzi o delle partite domenicali: una scuola finalmente autarchica, dove i ragazzi iniziano e finiscono il loro impegno senza allungarlo insensatamente con i compiti da fare a casa”.
Un’altra frattura evidente nella società di oggi è data dai figli che sempre più spesso non si sentono più centro della vita dei loro genitori, non maturano un senso di appartenenza forte, a tal punto da non considerarli più come adulti di riferimento. Spendere il proprio tempo per loro, dialogare, ascoltare, farli sentire compresi e capiti sono gesti semplici ma necessari per una svolta. A tal proposito Crepet sostiene: “La mancata autorevolezza di genitori a volte disattenti significa per i giovani carenza di responsabilità di riferimento, che produce, a sua volta, solitudine ed insicurezza.”
In questo contesto, l'educazione dei bambini e dei giovani tra scuola e famiglia, Paolo Crepet analizza perfettamente i disagi e le fratture presenti in questa rete di rapporti, distinti ma necessariamente dipendenti l’uno dall’altro, in prima istanza analizza le responsabilità che ha la scuola in questo scenario, occorre che essa diventi un ambiente che metta i ragazzi a loro agio, che li faccia sentire guidati da adulti esperti che mettono passione e impegno nel loro lavoro di educatori. In secondo luogo analizza le responsabilità della famiglia nei confronti dei figli, per instaurare un legame forte occorre presenza e senso di appartenenza, infine proprio come in una catena di montaggio che funziona bene i due tasselli scuola e famiglia devono unirsi, non devono opporsi e contrapporsi ma devono collaborare nella crescita degli adulti del domani.
di NATALIA SESSA
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