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CREPET: “PER CRESCERE È INDISPENSABILE SENTIRE DI APPARTENERE A QUALCOSA O A QUALCUNO”. I RAGAZZI HANNO BISOGNO DI UNA GUIDA, UN CAPITANO CORAGGIOSO CHE MOSTRA LA PROPRIA AUTOREVOLEZZA

Aggiornamento: 14 apr

“Tutti i ragazzi , bambini e adolescenti, vorrebbero un capitano coraggioso come guida , capace di donarsi con competenza…”

Paolo Crepet, noto psichiatra, sociologo, saggista e opinionista italiano, celebre per il suo contributo nel campo dell’educazione e della costruzione dei rapporti tra adulti e minori, ci propone un tema molto delicato che riguarda il senso di appartenenza che ha bisogno di sentire un bambino per crescere e realizzarsi.


Come dichiara l’esperto, questo senso di appartenenza va ricercato non solo nei rapporti umani, nella famiglia, verso un genitore ma può essere riconosciuto anche in una passione verso uno sport, un hobby, una fede. Ciò che conta è cercarlo, riconoscerlo e tenerlo ben stretto perché è la linfa che ci consente di andare avanti, anche quando ci sentiamo persi.

A tal riguardo Paolo Crepet afferma : “Per crescere è indispensabile sentire di appartenere a qualcosa a qualcuno: un amore, un’ideologia, una bandiera, una fede, un amico, un maestro, un mito.


I ragazzi di un mondo ancora vivo vanno a piedi dal Papa, altri cercano la serenità di un frate, altri vorrebbero un maestro capace di affascinarli, altri un papà che non ha paura delle regole e le amministra con emozione. Tutti i bambini e gli adolescenti vorrebbero un capitano coraggioso, capace di guidarli con forza e mitezza, capace di donarsi con competenza e passione. Chi di loro non riuscirà a trovarlo, non avrà affetti e crescerà più solo.”


Nelle parole di Crepet emerge l’esigenza del ritorno di una figura genitoriale che non ha riserve nel mostrare la propria autorevolezza al figlio, i no rafforzano e creano una relazione tra genitore e figlio molto più solida dei sì. Questi ragazzi nel loro caos e disordine hanno quindi bisogno di una guida che li aiuti a trovare la loro strada maestra per incamminarsi verso un futuro fiorente di affetti e relazioni sane. A tal proposito Crepet afferma: “Il bisogno di spiritualità implica la necessità di una società etica, cioè di una comunità delle regole. Dunque il verbo “educare” non può essere declinato senza il sostantivo “autorevolezza”: è il binomio a offrire una comunicazione affettiva tra genitore/educatori e figli/allievi, a creare appartenenza emozionale.” 


Le regole, i divieti, i no per essere capiti dal bambino, dall’adolescente richiedono presenza del genitore o dell’educatore, quindi hanno un valore relazionale, affettivo che implicitamente crea senso di appartenenza. Quindi il giovane saprà di appartenere a qualcosa e di  essere importante per qualcuno e non si sentirà mai solo. Ovviamente sta sempre al buon educatore, genitore o docente, a dover discernere quando è necessario dire di no.

di NATALIA SESSA







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