Mentre ciò che si dice sembra volar via, quello che si scrive rimane indelebile, trasformando il nostro pensiero in inchiostro. La scrittura è esercizio di libertà...
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Non è semplice comunicare, esprimere le proprie emozioni, in una società sempre più superficiale e disorientata, non più dedita all’ascolto, alla comprensione, alla vicinanza reciproca, ma pronta unicamente a giudicare senza mai soffermarsi a riflettere sulla vera essenza di ogni persona.
Scrivere richiede un grande coraggio e l’importanza che la scrittura riveste nella vita di ognuno di noi sembra essere svanita, un po’ come se non ci fosse tempo per qualcosa di così rilevante ed impegnativo. A tal fine il sociologo e psichiatra Paolo Crepet esprime il suo pensiero in merito, sottolineando alcuni aspetti estremamente significativi.
La scrittura, secondo lo psichiatra, è un po’ come una fotografia: non si fotografa mai il fuori ma il dentro, estroflessione dell’anima.
“E per scrivere e fotografare occorre un grande coraggio: di esporsi, di tirare fuori. Una foto, come una pagina scritta, è un acting-out, un’operazione psicodinamica che conduce alla comprensione del Sé e di sé. Il coraggio di affrontare il conflitto tra la necessità di tenere dentro ogni contraddizione, celarla all’impudica curiosità altrui, e la sconsideratezza di farsi conoscere per ciò che siamo o che temiamo di essere: poveri, indeterminati, pre-giudicati”, queste le parole di Paolo Crepet.
Mentre ciò che si dice sembra volar via, quello che si scrive rimane indelebile, trasformando il nostro pensiero in inchiostro. La scrittura è esercizio di libertà e tramite la stessa riusciamo ad esprimere al meglio la nostra anima, liberandoci delle nostre paure, dei nostri pregiudizi. Non esiste nulla di più profondo e di più bello per poter comprendere se stessi fino in fondo, per poter fare un viaggio introspettivo e capire sul serio chi si è veramente: un po’ come una tela bianca viene dipinta da un pittore con tanti colori, alla stessa maniera con la penna possiamo riempire un foglio con i nostri pensieri, le nostre idee, la nostra immaginazione, mettendo a nudo la nostra anima, riconoscendoci in quelle parole che dicono tanto di noi stessi, perché i nostri pensieri finalmente riescono a cristallizzarsi, prendendo forma, adagiandosi su quel foglio leggeri come piume, accarezzando la nostra anima, riscoprendo la nostra vera essenza.
“Verrebbe da riflettere su quanto sia importante, forse persino strategico, insegnare alle giovani generazioni a scrivere: significa non soltanto consegnare loro la forza di lottare per la libertà, ma anche dotarli di uno strumento autoriflessivo fondamentale per la crescita della propria anima”, così continua la sua disamina lo psichiatra.
“Dovessimo temere che l’esercizio della scrittura - come quello, speculare, della lettura - si stia riducendo in quantità e qualità, allora dovremmo prevedere che, nel giro dei prossimo anni, le nuove generazioni si ritroveranno con minori possibilità di esprimere talento e vocazione, quindi con minori possibilità di conoscersi”, queste le considerevoli parole di Paolo Crepet.
Prima esistevano taccuini per annotare pensieri, impressioni, ma anche lettere, cartoline, block- notes, adesso invece diventa sempre più raro intravedere persone che portano con sé una penna nel taschino. Se un bambino cresce senza penne, senza matite, senza colori, imparerà ben presto a farne a meno, comprendendo che la scrittura non è fondamentale per la sua crescita, e che certamente potrà farne a meno.
Eppure “inibendo la scrittura (e la lettura) non solo s’indebolisce il coraggio di battersi per le proprie opinioni, ma si rinuncia anche all’idea di potersi migliore”, così conclude la sua considerevole riflessione Paolo Crepet.
In definitiva, quindi, ci vuole coraggio per scrivere, per esporsi, ponendo al centro le proprie idee, le proprie convinzioni, le proprie riflessioni: una civiltà senza scrittura, infatti, cessa di essere civile, privandosi della propria profondità e storia interiore, privandosi della sua identità.
Occorre, allora, incentivare sempre di più i giovani a riscoprire il vero valore della scrittura e della lettura così che in futuro le nuove generazioni possano essere libere, prediligendo la massima espressione della propria anima e non la mediocrità che non serve per migliorarsi, perseguendo le proprie passioni, ambizioni, inclinazioni personali, senza mai desistere ma anzi lottando per ciò in cui si crede, senza mollare mai, ma predisponendosi al cambiamento, utilizzando la penna come strumento per dare espressione alla propria anima, ai propri pensieri, senza alcuna esitazione o titubanza.
di VALENTINA TROPEA