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Crepet: "insegnanti e genitori devono spingere i giovani al dialogo. L’infanzia ha bisogno di un tempo rilassato, in cui essere liberi di non fare niente. Gli adulti non conoscono più l’alfabeto..."

Viviamo in una società caratterizzata dallo scorrere veloce ed inesorabile del tempo. Tutto passa davanti ai nostri...

 

Viviamo in una società caratterizzata dallo scorrere veloce ed inesorabile del tempo. Tutto passa davanti ai nostri occhi con fuggevole rapidità, senza alcuna possibilità di apprezzare anche le tappe più memorabili della nostra vita, quelle che dovrebbero rimanere impresse e scolpite non solo nella mente ma anche nel cuore.

 

E così, nella nostra realtà quotidiana, ci ritroviamo a fare di tutto un tram tram, una corsa, un conteggio ed una scansione temporale, finendo per perdere il vero sapore e l'essenza stessa degli istanti vissuti. Infatti, oggi tutto deve svolgersi ed avvenire con estrema celerità: dalla formazione al mondo del lavoro, per finire agli affetti e, perfino, alla nascita dei figli. Stiamo creando “in fretta” generazioni “frettolose”.

Non vogliamo concederci il tempo di crescere i figli, ma siamo bramosi di saltare le tappe: il parto deve essere veloce ed indolore ed i figli devono crescere velocemente e divenire praticamente una copia dei genitori.

Su questi aspetti peculiari delle nuove generazioni si concentra il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet, il quale ha sottolineato come si assista oggi ad “un'infanzia bullizzata, trasformata in qualcosa di orrendo: l'età evolutiva che corre veloce, che segue ritmi di laboratorio sperimentale. Subito, senza pietà”. In quest'ottica ci si dimentica dei tempi felici delle infanzie passate, dei festival della canzone per i bambini e dei giochi della crescita, per lasciare spazio alle televisioni che, come dice Crepet, “si sono buttate come cannibali sui più piccoli pretendendo che diventino bonsai di grandi artisti”. I genitori stanno chiaramente perdendo di vista i loro compiti educativi costringendo i più piccoli a renderli felici in estenuanti esibizioni che riproducono veri e propri programmi televisivi.


I genitori sono incapaci di ascoltare i propri figli e scaricano le loro non assolte responsabilità sulla scuola e sugli insegnanti. Se da un lato, infatti, gli insegnanti sono interlocutori di importanza primaria insieme ai genitori e devono spingere i giovani al dialogo, al confronto e ad una sana formazione, dall'altro occorre non dimenticare che la scuola non può e non deve sostituirsi alle famiglie, cui spettano le basi minime di educazione.

I genitori dovrebbero smettere di preoccuparsi del talento e delle capacità di esibizione dei figli, e concentrarsi piuttosto sulla costruzione di un bagaglio di valori e sani principi partendo dall'ascolto.  Secondo Crepet, si rischia così di giungere ad una spersonalizzazione delle nuove generazioni. Crepet, infatti, afferma: “Un bambino, una bambina non possono essere un bambino o una bambina, è proibito dalla legge del mercato. Sono stati partoriti e poi immessi appena possibile in quel carrozzone circense dove ci sono ruoli precisi, richieste e ricompense in automatico, dove non si deve nemmeno chiedere che si è già avuto”.

 

Ed allora la scuola è chiamata ad intervenire, gli insegnanti a prestare attenzione ed ascolto ai comportamenti ed ai silenzi dei più giovani, segnalando ai genitori gli eventuali campanelli d'allarme rilevati, al fine di svolgere un compito di reciproca integrazione simbiotica.

 

Del resto, non bisogna dimenticare che il bene primario è rappresentato dall'integrità psicofisica delle future generazioni. Queste ultime rappresentano ormai solo una fonte di guadagno per il marketing e gli influencer, non vi è più uno scambio emotivo bensì commerciale poiché vengono ripagati i giovani a fronte di comportamenti che i genitori stessi richiedono perchè ritenuti glamour ed alla moda.

 

Il noto psichiatra Crepet segnala come i bambini siano vittime ed allo stesso tempo artefici inconsapevoli dei social, sono inoltre fonte di guadagno attraverso l'aumento del numero dei follower.

Ormai tutto si svolge come la moda richiede e, così, anche una festa di compleanno diviene motivo di omologazione, di emulazione degli spettacoli televisivi, tutto diviene uno show, ed i genitori ed i nonni si uniformano agli schemi imposti dalla società, accontentando i più piccoli, che vengono vestiti da baby principi e principesse soltanto per riversare su di loro ciò che i genitori avrebbero voluto essere.

 

Insomma, occorre soffermarsi sui veri valori ed abbandonare questa realtà odierna nella quale, come sottolinea il sociologo Crepet, non vi è più nulla di emotivo, tutto si basa sulla materialità e la venalità ed anzi, proprio quei giovani che ora sembrano felici perché accontentati con solerzia, dovranno purtroppo scontare tutte le falsificazioni emotive con cui vengono cresciuti. 

 

L’infanzia avrebbe bisogno di un tempo rilassato, in cui essere liberi di non fare niente, di non avere persone che ti travestono e che ti amano solo se diventi un guitto da corte di adulti che non conoscono l’alfabeto delle emozioni, ma che lo hanno sostituito con un catalogo di cose da comprare, indossare, mangiare, fotografare”, queste le significative parole di Crepet.

 

Compito dei genitori in primo luogo, e poi degli insegnanti, dunque, è quello di ritornare ad un'infanzia spensierata e rilassata, basata sulla libertà e sull'ingenuità e non su modelli dettati da una società consumistica, svuotata da falsi miti televisivi..

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di VALENTINA TROPEA




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