A tal proposito la scuola deve svolgere una funzione fondamentale ed imprescindibile attraverso una diretta cooperazione e comunicazione con la famiglia, dotandosi di un tempo di cui...

Prendersi cura dei giovanissimi, dedicando loro tempo prezioso utile a guidarli e supportarli nel percorso formativo e di crescita, presuppone un'alleanza educativa che deve instaurarsi tra scuola e famiglia.Su tale aspetto si sofferma il sociologo e psichiatra Paolo Crepet evidenziando il compito strategico che può e deve avere la scuola nella valutazione della serenità con cui un ragazzo o una ragazza sta crescendo.
"Quando un genitore va a colloquio con l'insegnante del figlio, solitamente fa una domanda assolutamente inutile: «Come va mio figlio in matematica, o in chimica, o in italiano ecc.?». La qual cosa è del tutto irrilevante, se vuole capire come sta crescendo un ragazzo: andare bene o male in una certa materia non è così centrale rispetto a ciò che dovrebbe davvero interessare a un genitore", queste le significative parole dello psichiatra.
Un genitore, infatti, deve in primis preoccuparsi di come sta maturando il figlio o la figlia, proprio perché interessarsi solo delle sue capacità cognitive sarebbe del tutto limitativo e riduttivo.A tal proposito la scuola deve svolgere una funzione fondamentale ed imprescindibile attraverso una diretta cooperazione e comunicazione con la famiglia, dotandosi di un tempo di cui al momento non dispone e cioè del tempo di osservare.
Un insegnante, così come ci spiega molto dettagliatamente Paolo Crepet, non può pretendere di comprendere la crescita di un adolescente soltanto attraverso una mera interrogazione ma dovrebbe poterlo osservare mentre si relaziona con i suoi coetanei, mentre gioca con i suoi compagni, soffermandosi, ad esempio, sul come reagisce ad una vittoria o ad una sconfitta, sul come sa stare in gruppo. Occorre, pertanto, creare le condizioni perché gli insegnanti trascorrano a scuola il tempo necessario per poter analizzare accuratamente tali aspetti.
"Una scuola oggi avrebbe bisogno di tutors complici e partecipi. Un tutor è una figura centrale in un'istituzione che voglia essere davvero educativa, un adulto di riferimento essenziale per un adolescente, e non solo per conoscenze acquisite ma per capacità empatiche, di ascolto e di relazione. Il tutor deve saper assumere su di sé - ed esercitarle - una delle caratteristiche più alte e raffinate dell'educare: saper comunicare anche senza parole. Per fare questo occorre una preparazione specifica, in un ruolo così delicato le improvvisazioni possono risultare devastanti. D'altra parte ho sempre pensato che la professione dell'insegnante non sia e non debba essere un mestiere per chiunque", così continua la sua riflessione Paolo Crepet.
Ecco allora l'importanza di una scuola quale luogo dotato di un tempo che insegni la necessità di imparare ed il diritto a essere ascoltati così che i ragazzi imparino a non diffidare del proprio bagaglio emotivo, del proprio mondo interiore. Si tratta di una scuola in grado di esaurire in sé le necessità di studio, di confronto e di ascolto, liberata dalla necessità di ingombrare il restante tempo dei ragazzi con i compiti a casa.
"Quando chiedo a qualche insegnante di spiegarmi perché si tenda ad aumentare questo carico pomeridiano e serale, mi risponde che così imparano un metodo di studio: come se un adolescente potesse apprendere qualcosa da solo, tra PlayStation e internet, tra un concerto rock su Mtv e un panino alla Nutella", queste le riflessioni conclusive dello psichiatra in merito.
Una scuola che funziona bene dovrebbe, pertanto, essere autonoma, cioè esaurire entro i propri tempi ogni attività, rimandando al giorno dopo ciò che non è riuscita a fare o a completare. Ciò faciliterebbe anche il rapporto genitori e figli: un adolescente che deve trascorrere tante ore sui libri non potrà essere disponibile ad alcuna relazione familiare, a parte il breve rito della cena. Allo stesso modo non bisognerebbe interrompere un'attività educativa così importante d'estate ma dovrebbe preferirsi la sua continuazione con modalità e in luoghi diversi da quelli tradizionali, così rappresentando un utilissimo ausilio alla crescita.
di VALENTINA TROPEA