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Crepet, i giovani e le droghe sintetiche. Insegnanti e genitori devono intervenire, urge appassionarsi alla vita

Aggiornamento: 20 ago

Genitori ed insegnanti hanno il dovere di intervenire: in qualità di educatori devono insegnare nuovamente...

L’utilizzo di sostanze stupefacenti da parte dei giovani è una questione estremamente rilevante che merita una profonda riflessione. L’utilizzo di droghe sintetiche è ormai predominante: giovani ragazzi svuotati dentro che cercano di evadere da un mondo che non gli appartiene e che sembra soffocarli. Nuove generazioni estremamente fragili, in balia di emozioni contrastanti e spesso alla ricerca di una perfezione che non esiste e che li rende volubili ed estremamente vulnerabili.

Paolo Crepet, nel suo libro Mordere il cielo, ci fornisce alcune indicazioni utili per comprendere fino in fondo la drammaticità di una problematica che sembra diffondersi a macchia d’olio.

130mila decessi solo negli Usa nel 2022 a causa dell’utilizzo di un oppiaceo di sintesi, il Fentanyl, seconda causa di morte negli Stati Uniti tra chi ha dai 18 ai 40 anni.

Ciò potrebbe sembrare superfluo perché le droghe sintetiche sono da sempre state utilizzate massicciamente ma ciò che è davvero preoccupante, così come sottolinea lo psichiatra e sociologo Crepet, è “che una parte non irrilevante della nostra gioventù e degli adulti voglia, desideri, brami anestetizzarsi e cerchi il più potente degli antidolorifici per uscire dalla vita reale”. 

Il Fentanyl è un oppioide che è stato sviluppato oltre sessant’anni fa dal Dottor Paul Janssen per ridurre il dolore nel caso di tumori o di gravi traumi.

È circa 100 volte più potente della morfina ma anche 100 volte più tossico.

Dal 1960 però il Fentanyl ha subito dei mutamenti sia per quanto concerne le modalità di somministrazione, sia soprattutto per quanto riguarda gli ambiti di somministrazione: non si utilizza più solo in medicina, ad esempio nei reparti oncologici o per malati terminali, ma ha trovato enorme diffusione tra i giovanissimi ed anche tra gli adulti.

Lo psichiatra, nel suo libro, ci pone dinanzi un quadro preoccupante ed i dati statistici ne sono la prova: l’Università di Pavia ha evidenziato come tra il 2022 e il 2023 su un campione di 20.000 giovani tra i 14 e i 19 anni emerge che oltre sette su dieci di loro ammettono di consumare droga ed il 2% ha utilizzato cocaina.

Ma l’aspetto più disarmante è che i giovani ricercano questo oppioide di sintesi per anestetizzarsi, vogliono evitare qualsiasi emozione, sensazione, non voglio più sentire nulla.

“Si vuole una sostanza capace di immunizzare dal bagliore emotivo”, così sottolinea il sociologo e psichiatra Crepet.

Ed allora ci si chiede perché questi giovani ragazzi si ritrovino così soli, svuotati, privi di emozioni: eppure proprio la loro giovane età dovrebbe renderli più inclini alle passioni, alle emozioni, dovrebbe renderli entusiasti della vita e di ogni singolo istante che andrebbe vissuto sempre con maggiore intensità: per tale ragione non ci si può arrendere, non ci si può rassegnare dinanzi ad una problematica che coinvolge un po' tutti da vicino e che ci lascia sempre tanto amareggiati.

Genitori ed insegnanti hanno il dovere di intervenire: in qualità di educatori devono insegnare nuovamente ai giovanissimi cosa significhi davvero appassionarsi alla vita, lasciarsi travolgere dalle emozioni più contrastanti, meravigliandosi sempre delle cose semplici e rendendo unico e speciale ogni singolo attimo della propria esistenza.


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di VALENTINA TROPEA




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