Crepet, i giovani devono credere con coraggio nei propri sogni, la giusta strada per scoprire il talento ed essere geniali

Non è semplice nella moltitudine riconoscere chi possa essere talentuoso o addirittura geniale, alla luce di una società che predilige gratificazioni immediate, senza...

Non è semplice nella moltitudine riconoscere chi possa essere talentuoso o addirittura geniale, alla luce di una società che predilige gratificazioni immediate, senza alcun tipo di sacrifico o impegno, privilegiando la strada più breve e semplice ed osteggiando, invece, quella più lunga e faticosa, in vista di risultati da ottenere istantaneamente e senza troppi oneri.

Con il passare del tempo la società ha subito una profonda metamorfosi: le passioni hanno perso il loro fascino e così ci si è ritrovati a fare i conti con nuove generazioni demotivate, apatiche, spesso anestetizzate emotivamente, che hanno dimenticato cosa sia realmente la curiosità, l'ambizione, l'attitudine a credere nei propri sogni prefiggendosi degli obiettivi da raggiungere a tutti i costi, mettendosi alla prova e sfidando il proprio talento, non rimanendo mai in disparte ma avendo sempre il coraggio di rimettersi in gioco, in discussione. A tal fine il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, senza alcuna esitazione, pone l'accento su questo aspetto e, attraverso la sua disamina, ci fornisce alcuni importanti spunti critici.

"La differenza tra genio e talento sta nel coraggio. Chi ha talento, ma non coraggio, non potrà essere geniale. Credo però che nella genialità vi sia una caratteristica ambiguità tra consapevolezza e inconsapevolezza che non prescinde dal coraggio. Il campo perfetto per verificare la presenza di questa declinazione della genialità è l'arte", così si esprime a gran voce lo psichiatra. A tal fine Paolo Crepet, per poter meglio approfondire tale argomentazione, si sofferma nell'intrattenere un dialogo con Antonio Forcellino, che a Roma ha trovato gli studi da architetto e la pratica da restauratore, diventato negli anni uno dei massimi esperti del Rinascimento italiano.

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Attraverso tale armonioso confronto Paolo Crepet pone l'accento sulla genialità ed il talento di Michelangelo, Raffaello e Leonardo, cercando di approfondire il nesso esistente tra genio, talento e coraggio. Raffaello potrebbe essere definito un diamante, il cui coraggio si intravede nel progetto, con un'intelligenza lucida che gli consente di osare e di non fermarsi di fronte a niente; Michelangelo, invece, è un uomo con un coraggio enorme ma anche con grandi paure, alle prese nello sfidare gli antichi; in Leonardo c'è il coraggio della visione, un genio capace di costruirsi, anche sul piano esistenziale, una vita separata, autosufficiente, lontana dai valori degli altri.

Ecco allora la connessione esistenze tra genio, talento e coraggio: occorre avere coraggio per essere geniali, perché è importante coltivare le proprie passioni, credere nei propri sogni, costruendo un progetto di cambiamento senza ricercare il consenso di nessun'altro, ascoltando se stessi fin nel profondo e seguendo le proprie ambizioni, le proprie attitudini, riscoprendo le proprie inclinazioni, riuscendo così a conseguire una piena realizzazione di se stessi senza scendere a compromessi.

di Valentina tropea