COTENA: “SE UNO STUDENTE È ARRABBIATO PER IL VOTO CHE GLI HO DATO, POSSO RICONOSCERGLI LA LEGITTIMITÀ DI QUELLA RABBIA…MA IL VOTO RESTERÀ QUELLO”, ECCO IL PARERE DELL’ESPERTO
- La Redazione
- 5 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
“Un adulto competente è in grado di riconoscere all’altro il diritto di sentire, di essere triste, di essere arrabbiato e di riformulare e restituire all’altro con parole nuove la propria emotività. Se uno studente o una studentessa è..."

Lascia perplessi l'iniziativa dell’ Istituto Freud di Milano che prevede di assegnare una nota di merito ai professori più stimati da parte degli studenti. Il direttore della scuola paritaria S. Freud, Daniele Nappo a proposito dell’ iniziativa afferma: “Vogliamo valorizzare il merito e creare un circolo virtuoso…Il riconoscimento motiva i docenti a migliorarsi e rafforza la fiducia degli alunni nella scuola. Ma attenzione: niente populismo.
I criteri sono rigidi per evitare favoritismi”. Come ha dichiarato Daniele Nappo ad “ANSA”, i criteri di valutazione dei professori sono rigidi, e riguardano diverse competenze tra cui : incoraggiare l’interesse della materia, coinvolgere gli studenti durante le ore di lezione, creare un clima sereno in aula, essere esaustivo e disponibile nei chiarimenti richiesti…A tal riguardo però il docente di Scienze Umane, nonché psicologo e psicoterapeuta, Gaetano Cotena, che più volte si è battuto per riconsegnare al docente la sua autorevolezza istituzionale, ha espresso la sua opinione contraria : “È responsabilità del Ministero, del dirigente scolastico, di una commissione di concorso, selezionare e formare docenti... Non è compito degli alunni decidere a chi affidare un premio o incidere sulla valutazione complessiva di un docente.
Resta assodato il diritto di segnalare abusi della professione, svalutazioni continue e situazioni che possano nuocere esplicitamente o implicitamente alla salute degli alunni e delle alunne, ma trovo eccessivo attribuire agli studenti il potere di valutare e incidere sui premi dei loro professori..”. Per l’esperto Cotena questo potere conferito agli alunni è, in realtà, una responsabilità che dovrebbe stare in mano agli adulti, le conseguenze nel mondo scolastico di questa proposta possono essere catastrofiche, gli alunni così facendo perdono la figura istituzionale di riferimento, di un modello da seguire. Ecco le parole del professore : “Il danno è quello di togliere loro il diritto di avere un adulto di riferimento che non è un pari, che non è un amico, ma che è un educatore che sa fare il suo mestiere e a cui l’educando e la famiglia devono affidarsi…
Peraltro si corre il rischio di attribuire un potere agli studenti e alle studentesse che non ha niente a che fare con il rispetto dei loro bisogni, ma che potrebbe contribuire a sgretolare la figura del docente come adulto di riferimento, ad alimentare una scuola della compiacenza che non prepara alla vita…”. Inoltre lo psicoterapeuta ci tiene a sottolineare l’importanza dell’emotività legittima dello studente che deve essere certamente riconosciuta ma non deve cadere in nessuna pretesa, ecco le sue parole: “Un adulto competente è in grado di riconoscere all’altro il diritto di sentire, di essere triste, di essere arrabbiato e di riformulare e restituire all’altro con parole nuove la propria emotività.
Se uno studente o una studentessa è arrabbiato o arrabbiata per il voto che gli ho dato, posso riconoscergli la legittimità di quella rabbia, perché forse quella volta aveva studiato più di altre volte, ma il voto resterà quello che ho deciso. Un adulto competente si offre come modello di adulto di riferimento, capace di gestire la propria emotività”. Per Cotena è necessario un intervento nel mondo della scuola che è ormai allo sbando, i punti sui quali bisogna lavorare per riportare alla luce l’istituzione italiana sono certamente il riconoscimento dell’autorità del corpo docente, che deve essere in grado di riconoscere allo studente la sua legittimità emotiva e il potere del reclutamento del corpo docente stesso che deve restare nelle mani del Ministero.
di NATALIA SESSA