"Fino al 2024, il congedo parentale prevedeva solo due mesi retribuiti all’80%, mentre i mesi successivi erano indennizzati al 30%. Con la nuova misura, il governo ha deciso di rendere..."
Dal 2025, con le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio, nuove regole saranno valide anche per la fruizione del congedo parentale. Le principali novità riguardano l’aumento dell’indennità e la durata del periodo di astensione facoltativa dal lavoro per prendersi cura dei propri figli nei primi anni di vita. Nel dettaglio, è stato deciso che: nel 2025, il congedo parentale subirà un potenziamento significativo grazie all’introduzione di un terzo mese con indennità all’80% della retribuzione.
Fino al 2024, il congedo parentale prevedeva solo due mesi retribuiti all’80%, mentre i mesi successivi erano indennizzati al 30%. Con la nuova misura, il governo ha deciso di rendere strutturale l’indennità maggiorata, estendendo così a tre mesi la durata del congedo con il massimo del rimborso salariale.
Questa modifica si applica ai genitori che usufruiscono del congedo parentale entro i primi 6 anni di vita del bambino, con un massimo di tre mesi retribuiti all’80%. Per i restanti 6 mesi, invece, l’indennità scende al 30% della retribuzione.
Per il periodo restante, il congedo si può richiedere ma non è retribuito. Quindi, salvo particolari condizioni reddituali, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro ma non allo stipendio.
La retribuzione del congedo sarà calcolata sulla base della retribuzione media giornaliera e varierà a seconda della durata e del tipo di congedo scelto.
Va detto, a tal proposito, che le condizioni rimangono le stesse nel 2025 per quanto riguarda la durata del congedo parentale. I genitori infatti:
Possono richiedere il congedo parentale entro i primi 12 anni di vita del bambino o entro i 12 anni dall’adozione o affidamento;
Hanno diritto a 10 mesi di congedo, che possono essere suddivisi tra i due genitori in modo alternato. Se un solo genitore decide di usufruire del congedo, può arrivare a un massimo di 10 mesi ininterrotti. Tuttavia, c’è un’eccezione: se il padre usufruisce di almeno 3 mesi di congedo, la durata complessiva può essere estesa a 11 mesi.
Per entrambi, rimane anche la possibilità di usufruire del congedo in giorni o ore, permettendo così una gestione più flessibile del periodo di astensione dal lavoro.
E a proposito di lavoratori con figli, meritano di essere citate anche le misure introdotte dalla Legge di Bilancio che interessano i dipendenti con figli a carico. Il Governo, infatti, ha deciso di approvare un nuovo sistema di detrazioni che mira a ridurre il carico fiscale in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Il modello si basa sul cosiddetto “quoziente familiare”, che, rispetto al sistema di tassazione individuale attualmente in vigore, tiene conto del reddito complessivo del nucleo familiare (comprendente il reddito del contribuente, del coniuge, dei figli e delle persone invalide conviventi), che a sua volta viene “diviso” per un coefficiente che varia in base al numero dei componenti del nucleo stesso. In pratica, più persone ci sono in famiglia, più basso sarà il quoziente, in quanto si presume che le spese siano distribuite tra più membri.
Questo metodo consente di ridurre l’imposizione fiscale, poiché la tassazione diventa meno progressiva per le famiglie con più componenti.
Inoltre, anche le detrazioni fiscali saranno maggiori per chi ha più figli. Questo perché dal 1° Gennaio 2025, il calcolo delle detrazioni avviene moltiplicando l’importo base spettante per il coefficiente del quoziente familiare corrispondente al numero di figli a carico.
Il coefficiente è pari a:
0,50 per chi non ha figli a carico;
0,70 per chi ha un figlio a carico;
0,85 per chi ha due figli a carico;
1,00 per chi ha più di due figli, o almeno un figlio con disabilità.
Questo sistema premia le famiglie numerose, poiché più componenti ha la famiglia, maggiore sarà l’importo delle detrazioni fiscali.
Il risultato ottenuto è infatti maggiore rispetto alla detrazione base che spetterebbe senza coefficiente e rappresenta la detrazione annuale che la famiglia può sottrarre dalle tasse, riducendo così l’imposizione fiscale.
di CLAUDIO CASTAGNA