"Sia un idoneo che un vincitore sono risultati idonei alla fine di un concorso, con la differenza che i secondi sono stati..."
Sia un idoneo che un vincitore sono risultati idonei alla fine di un concorso, con la differenza che i secondi sono stati immessi in ruolo. Ma i primi non possono ritrovarsi tagliati fuori del tutto e nemmeno inseriti nella graduatoria di merito.
A illustrare ai giudici questa linea di pensiero saranno presto i legali dell’Anief, il sindacato che ha raccolto migliaia di ricorsi, da presentare al Tar del Lazio, in difesa dei tanti idonei dell’ultimo concorso Pnrr che secondo l’amministrazione dovrebbero rimanere esclusi dalla stabilizzazione e nella secondaria anche privati dell’abilitazione all’insegnamento.
"Sono passati più di dieci anni, dal concorso del 2012 - afferma il presidente Anief Marcello - da quando Anief si è battuta per il diritto degli idonei e vedersi riconosciuti, come gli altri, dei vincitori di concorso. Perché alla fine, quando il legislatore ti dice che per vincere devi superare una soglia, non c'è una differenza tra vincitore e idoneo. Sono tutti vincitori". "Eppure da anni – continua il sindacalista - per i concorsi che vengono banditi si cerca di assumere solo i vincitori e non gli idonei. Ogni volta, Anief ha fatto ricorso in tribunale, vincendo spesso, e questo ha portato anche il Parlamento a cambiare idea e a permettere agli idonei di inserirsi. Gli ultimi sono proprio quelli del concorso Pnrr 2023: ci sono dei vincitori e poi ci sono migliaia di idonei a cui è negata l'abilitazione e il diritto di essere assunti. Per questo, abbiamo lanciato un ricorso e abbiamo avuto già tantissime adesioni".
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di LA REDAZIONE
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