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Cellulare ai giovani? Ecco le 4 regole per garantire un'infanzia sana e regolare...

Sembra possa riscontrarsi, infatti, un collegamento evidente tra l’uso eccessivo degli smartphone e l’aumento dei disturbi mentali fra i giovanissimi…

La questione concernente l’utilizzo degli smartphone in classe, ed in particolar modo la necessità di stabilire dei limiti per evitarne l’uso smodato da parte dei minori, rimane sempre molto accesa. Il dibattito ha ripreso vita proprio a seguito della pubblicazione del libro “The Anxious Generation” dello psicologo Jonathan Haidt, docente alla New York University.

Sembra possa riscontrarsi, infatti, un collegamento evidente tra l’uso eccessivo degli smartphone e l’aumento dei disturbi mentali fra i giovanissimi.

Più in particolare Haidt si sofferma su quattro regole imprescindibili per garantire un’infanzia più sana: niente smartphone fino al liceo, niente social prima dei 16 anni, scuole senza telefoni per garantire una maggiore responsabilità nel mondo reale.

Contemporaneamente alla pubblicazione del libro si è sviluppato il movimento Smartphone Free Childhood. Tale movimento, che continua a crescere sempre più giorno dopo giorno, suggerisce una soluzione alternativa: occorre sostituire gli smartphone con “light phone” o “free phone” che non hanno accesso a internet e social e soprattutto è necessario l’impegno delle famiglie per garantire il rispetto delle quattro norme di Haidt. La battaglia intrapresa dal movimento sicuramente non è stata vana ed ha determinato dei riscontri positivi: l’Australia, ad esempio, ha deciso di bandire i social media sotto i 16 anni.



Non sono mancate però le critiche al movimento da parte di molti, che hanno sottolineano come l’utilizzo degli smartphone tra i minori può sicuramente avere dei benefici anche a livello educativo.

Ciò nonostante è ormai evidente la relazione negativa intercorrente tra l’utilizzo degli smartphone da parte dei minori di 16 anni e l’aumento di molteplici disturbi mentali: le nuove generazioni, a causa dell’eccessivo utilizzo dei cellulari, si ritrovano spesso alle prese con ansia, depressione, mancanza di concentrazione, perdita della vista, incapacità di dialogo e confronto.

Da ciò si desume la necessità di rieducare al gioco, alla spensieratezza e soprattutto alla comunicazione: è importantissimo recuperare il rapporto umano e permettere ai giovani di poter trascorrere del tempo assieme nelle scuole, aule formative e luoghi di profonda aggregazione, dove un ruolo chiave è svolto proprio dagli insegnanti, educatori e maestri di vita.

 


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di VALENTINA TROPEA




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