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Carta docente ai precari, è un diritto e il giudice afferma che non si può andare contro Costituzione, Consiglio di Stato e Cassazione

"Sulla Carta dei docenti ai precari le sentenze dei tribunali si confermano a senso unico. Anche a Trapani il giudice ha dato piena ragione alla..."

Sulla Carta dei docenti ai precari le sentenze dei tribunali si confermano a senso unico. Anche a Trapani il giudice ha dato piena ragione alla tesi sostenuta dai legali Anief in difesa di un insegnante che lo scorso anno scolastico, il 2023-2024, a svolto una supplenza annuale formandosi a proprie spese.

Nella sentenza, emessa qualche giorno fa, il giudice ha accordato l’emolumento negato ricordando anche che “il Consiglio di Stato, con sent. n. 1842/2022, ha mutato il proprio precedente orientamento, affermando che, al fine di scongiurare un possibile contrasto con le disposizioni costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 della Costituzione, sia sotto il profilo della discriminazione a danno dei docenti non di ruolo sia per la lesione del principio di buon andamento della P.A., è necessario interpretare la normativa sopra riportata nel senso che tutto il personale docente (e non solo quello di ruolo) debba poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, onde garantire la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”.


Il Tribunale di Trapani ha aggiunto, sempre nella sentenza, che i principi del Consiglio di Stato “sono stati recentemente condivisi anche dalla Corte di Cassazione che, con le sentenze nn. 32104/22 e 29961/2023, ha sancito i seguenti principi di diritto: 1. il bonus per la formazione mediante la c.d. Carta Docente spetta anche agli educatori professionali, posto che “il personale educativo, seppur impegnato in funzione differente rispetto a quella propriamente didattica e di istruzione, tipica del personale docente, nondimeno ne partecipa i contenuti sul piano della formazione e istruzione degli allievi, convittori e semiconvittori, di qui l’espressa collocazione all’interno dell’area professionale del personale docente. 2. La Carta docente spetta ai docenti non di ruolo con incarico annuale o fino al termine delle attività di didattiche”.



Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i giudici del lavoro stanno applicando quello che il legislatore ha dimenticato di fare nel 2015 e ignora oggi, anche alla luce delle continue indicazioni che arrivano dalla Commissione europea sulla questione delle parità dei diritti dei lavoratori precari. Se il Consiglio di Stato, la Corte di Giustizia europea e recentemente la Suprema Corte di Cassazione sono giunti alla stessa conclusione, ovvero che l’aggiornamento professionale va esteso anche ai precari pure per non negare la Costituzione, è chiaro che il problema è a monte. Quindi, torniamo ad invitare i precari o ex precari che ancora non l’abbiano fatto a presentare ricorso gratuito attraverso i nostri legali, così da chiedere spiegazioni al giudice di competenza e recuperare fino a 3.500 euro più interessi”.



LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TRAPANI: LE CONCLUSIONI

PQM

- Condanna il Ministero dell’Istruzione ad accreditare al ricorrente, mediante la c.d. “carta docente” la somma complessiva di € 500;

- Condanna l’Amministrazione resistente al pagamento delle spese di lite, che liquida in complessivi € 320,00 oltre iva, CPA e spese generali, con distrazione.


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di LA REDAZIONE




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