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Carta del docente per tutti i precari, il servizio è equiparato ai colleghi di ruolo. Anief: vinta la battaglia, successo pieno a Verona: 3 mila euro alla supplente

Aggiornamento: 25 giu

"Successo pieno sulla Carta del docente all’insegnante non di ruolo: è accaduto qualche giorno fa a Verona, dove il Tribunale, sezione Lavoro, ha condannato il..."



Ancora un successo pieno sulla Carta del docente all’insegnante non di ruolo: è accaduto qualche giorno fa a Verona, dove il Tribunale, sezione Lavoro, ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire una docente con 3 mila euro, corrispondenti ai sei supplenze annuali svolte dal 2018 ad oggi. Nella sentenza, emessa il 12 giugno scorso, ha motivato la decisione ricordando che la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29961/2023, ha spiegato che tutte le supplenze annuali degli insegnanti – con scadenza il termine delle lezioni, il 30 giugno e il 31 agosto – sono compatibili con l’assegnazione della Carta del docente da 500 euro l’anno.




Ciò perché, ha sottolineato la Suprema Corte Cassazione, il lavoro svolto, gli obiettivi da raggiungere e le responsabilità assunte giornalmente dagli insegnanti precari sono i medesimi di quelli del personale già immesso in ruolo: pertanto, il giudice ha rimarcato che la Carta del docente risulta come uno strumento utile anche a raggiungere una reale “equiparazione del trattamento del lavoratore a tempo determinato a quello dei docenti di ruolo e questo “può avvenire, per quanto riguarda i docenti ancora “interni” al sistema scolastico”.



Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “fa molto piacere continuare ad inanellare sentenze importanti come quella emessa dal Tribunale di Verona: significa innanzitutto che presentare ricorso con Anief è una operazione che porta a raggiungere il fine prefissato, sia pecuniario che di raggiungimento del senso di giustizia che certi legislatori superficiali mettono in dubbio. Iinvece, nessun dubbio hanno avuto, sulla liceità dei ricorsi per avere la card annuale e per ottenere la somma da 500 euro annue per la formazione in servizio, sia il Consiglio di Stato, sia la Corte di Giustizia europea, sia la stessa Suprema Corte di Cassazione: è chiaro che possiamo considerare anche quella della Carta del docente l’ennesima battaglia vinta in tribunale dal sindacato Anief”, conclude Pacifico.





LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VERONA

P.Q.M.

Il Tribunale di Verona in funzione di giudice del lavoro, definitivamente pronunciando, ogni contraria e diversa domanda ed eccezione rigettata

1) In accoglimento del ricorso, dichiara il diritto della parte ricorrente ad usufruire del beneficio economico di € 500 annui tramite Carta Elettronica del docente per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all'art. 1 della Legge n. 107/2015 per gli anni scolastici 2018/19, 2019/20 2020/21, 2021/22, 2022/23, 2023/24;

2) Condanna il Ministero convenuto ad erogare alla parte ricorrente la prestazione oggetto di causa, previa emissione della Carta Docente ed accredito della somma indicata sulla Carta Docente, oltre alla maggior somma tra gli interessi legali e la rivalutazione monetaria calcolata dalla data del diritto all’accredito sino alla concreta attribuzione;

3) Condanna il Ministero convenuto alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla parte ricorrente, liquidate in complessivi € 1030,00 per compensi professionali, € 49 per contributo unificato, oltre al rimborso spese generali al 15%, IVA e CPA con distrazione in favore del procuratore antistatario.

IL GIUDICE




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di LA REDAZIONE




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