Carceri minorili e diritto all’istruzione, diminuisce la percentuale di promossi rispetto allo scorso anno
- La Redazione
- 30 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
"Quello degli istituti penitenziari e delle carceri in genere rappresenta una nota dolente della nostra realtà odierna. Ed anzi, potremmo dire..."

Quello degli istituti penitenziari e delle carceri in genere rappresenta una nota dolente della nostra realtà odierna. Ed anzi, potremmo dire che la situazione carceraria attuale è la massima espressione dell'allarme sociale in cui versa la nostra comunità.
Infatti, seppur tutti si ostinino a considerare il carcere come un universo avulso e lontano da noi, non è proprio così. La condizione in cui sono costretti a vivere attualmente i soggetti chiamati ad espiare la pena della reclusione non ci fa certamente onore e deve farci riflettere su come l'attuale società si stia sempre più allontanando da tutti i criteri ed i crismi alla base delle regole minime di civiltà e di umanità.
Tali criticità sono state denunciate apertamente nel XX Rapporto dell'Associazione Antigone intitolato "Nodo alla gola". Questo Rapporto, oltre a sottolineare le inaccettabili condizioni di vita nelle carceri, si sofferma in particolare sugli istituti penitenziari minorili. Ed invero, il numero dei minori reclusi sta aumentando in maniera esponenziale e preoccupante. Si pensi che a Febbraio 2024 sono stati registrati ben 532 minori soggetti a reclusione, con un aumento significativo rispetto agli anni trascorsi. La causa di ciò è da rintracciare nel c.d. "Decreto Caivano", con cui non solo sono state introdotte pene più severe per i minori, ma è stato arricchito il ventaglio delle ipotesi legislative in cui è possibile ricorrere al carcere nella fase cautelare.
Si ricordi che, spesso, i giovani si trovano ad espiare pene detentive per reati contro il patrimonio (ciò nel 55,2% dei casi) di lieve entità. Un altro dato che deve farci riflettere, inoltre, è che il numero maggiore di minori detenuti è dato da soggetti di nazionalità straniera.
Pertanto, se da un lato il carcere è luogo di privazione della libertà personale, dall'altro deve cooperare alla formazione ed alla rieducazione di tutti i giovani reclusi. Infatti, ai minori detenuti viene garantito dalla legge italiana il diritto all'istruzione, con programmi educativi scolastici gestiti dai CPIA (Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti), volti a fornire loro una formazione a partire dalle scuole primarie e fino all'università, con possibilità di frequentare corsi universitari grazie al coinvolgimento ed alla disponibilità di 44 atenei italiani.
L’istruzione è un diritto costituzionalmente garantito e all’interno delle carceri diviene un elemento trattamentale fondamentale per la risocializzazione e il reinserimento della persona detenuta all’interno della società.
Ciò nonostante, v'è da dire che i risultati ottenuti dai minori in ambito carcerario sono scarsi e si connotano spesso come insuccessi, seppure a fronte di numerosi corsi scolastici loro offerti nell'ambiente carcerario. Si pensi che nell'anno scolastico 2022-2023 sono stati promossi, organizzati e resi fruibili ben oltre 1.700 corsi scolastici formativi: è diminuita, però, rispetto l’anno precedente la percentuale del totale dei promossi che è passata dal 48,8 al 47,8, riduzione concentrata nello specifico nel primo livello, passando dal 40,2 al 37,6. Possiamo quindi sottolineare come le carceri e la situazione in cui oggi versano non siano lontani da noi ma piuttosto siano espressione della nostra società.
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