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ATA III fascia: "sulle CIAD chiesto al Ministero elenco enti accreditati a rilasciare i titoli. Chiesta anche banca dati con certificazioni non valide” ( UIL SCUOLA RUA)

"Segreterie scolastiche oberate di lavoro senza indicazioni operative da parte del ministero, dubbi su titoli e certificazioni descritti nel bando e nessuna pianificazione e/o scadenziario delle operazioni finalizzate alla pubblicazione delle graduatorie di terza fascia..."



Segreterie scolastiche oberate di lavoro senza indicazioni operative da parte del ministero, dubbi su titoli e certificazioni descritti nel bando e nessuna pianificazione e/o scadenziario delle operazioni finalizzate alla pubblicazione delle graduatorie di terza fascia ATA. Se a tutto ciò si aggiungono dubbi in merito alla validità dei titoli di accesso rispetto ad un contratto recentemente firmato, si possono trarre evidenti e ovvie conclusioni.



Di particolare gravità è, ad esempio, l’incertezza riguardante il titolo di studio per operatore scolastico nonché la questione relativa alla certificazione CIAD rilasciata da istituti di cui sorgono legittimi dubbi sull’accreditamento con Accredia (alcuni dei quali sembrerebbero godere anche dell’accreditamento con il MIM – Direttiva 170/2016), ciò nonostante, le diverse segnalazioni della nostra organizzazione sindacale.



Alla luce di ciò, come federazione UIL Scuola Rua abbiamo inviato al Ministero dell’Istruzione e del Merito una specifica richiesta.


In particolare:


1) Di emanare una nota operativa e il relativo cronoprogramma delle domande terza fascia ATA;


2) Di predisporre la formazione in servizio per il personale amministrativo impegnato nella valutazione delle istanze;


3) L’elenco degli enti accreditati con Accredia e legittimati al rilascio della certificazione informatica di alfabetizzazione alla data del 30/06/2024 al fine di agevolarne la relativa diffusione;


4) Di costituire una banca dati comprendente il numero delle certificazioni internazionali di alfabetizzazione digitale dichiarate dai candidati come titolo di accesso e rilasciate da enti non accreditati;


5) il numero di aspiranti coinvolti.



Una procedura con regole poco chiare, oltre a generare confusione e incertezza, potrebbe dar luogo a differenti modalità di valutazione delle domande e, conseguentemente a nuovi contenziosi obbligando il personale precario a rivolgersi alla magistratura con la possibilità di provvedimenti giudiziari che andranno ad incidere negativamente sull’avvio dell’anno scolastico.


La scuola, le persone non meritano tutto questo.



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di LA REDAZIONE




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