"Sul personale Ata della scuola sembra essersi abbattuta la mannaia dei tagli e dei risparmi..."
Sul personale Ata della scuola sembra essersi abbattuta la mannaia dei tagli e dei risparmi forzati: se si considerano le riduzioni di organico già attuate e quelli programmate per il 2025, si contano quasi 13.000 posti in meno, con la cancellazione dei posti prevista anche dal disegno di legge di Bilancio 2025. Se quanto progettato verrà confermato in sede di conversione in legge, il quadro numerico assume particolare gravità, dal momento che si andrà a tradurre in una media di due unità di personale Ata in meno per ogni scuola pubblica autonoma.
“È sconcertante – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che oltre 6.000 collaboratori scolastici e 3.000 assistenti amministrativi e tecnici, previsti dall’organico aggiuntivo Pnrr e Agenda Sud, in servizio fino allo scorso mese di giugno non siano stati mai confermati, come se i progetti triennali fossero conclusi. A questa inerzia sull’organico aggiuntivo, si aggiungono i tagli di quasi 2.200 posti di personale Ata inseriti nel testo della manovra economica approvata dal governo e attesa entro fine dicembre alla conversione legislativa finale.
Ma il provvedimento, forse ancora più incomprensibile, è che vi sono anche 973 Ata che hanno ottenuto il distacco in altri comparti pubblici, sulla base del decreto Sport e scuola, che non sono mai stati rimpiazzati”.
Il sindacato Anief è molto preoccupata per quello che sta accando, perché con tale modo di agire, facendo “cassa” sul personale Ata della scuola, si mette a repentaglio il proseguimento di attività rilevanti, collegate anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza concordato con Bruxelles.
Secondo il presidente nazionale del giovane sindacato, “non ci si rende conto che remando contro sia il personale precario della scuola si vanno anche a mettere in serio rischio gli interessi degli studenti, i quali non possono contare su delle professionalità improvvisamente e inspiegabilmente non più a supporto di progetti considerati centrali, a ragione, come la lotta alla dispersione degli alunni che non arrivano al diploma. Ma anche, come nel caso dei collaboratori scolastici, si stanno mettendo in crisi aspetti fondamentali e basilari per la gestione delle scuole, come la loro apertura, chiusura e sorveglianza”, conclude Marcello Pacifico.
di LA REDAZIONE
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