"L'assegno di inclusione non è solo un aiuto economico, ma è uno strumento essenziale pensato anche per accompagnare le..."
Già dal primo gennaio 2025 molte più famiglie possono beneficiare delle due misure di inclusione sociale e lavorativa: l’ADI (Assegno di Inclusione) e il SFL (Supporto per la Formazione e il Lavoro). La nuova legge finanziaria ha introdotto diverse modifiche in materia, ampliando di fatto la platea dei possibili beneficiari delle due misure.
In particolare, sono stati aumentati sia la soglia del valore ISEE che quella relativa al reddito familiare per accedere e calcolare l’importo dell’Assegno di Inclusione (ADI). Sono stati introdotti anche nuovi requisiti ISEE e di reddito per richiedere il Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) che, da quest’anno, è stato incrementato nell’importo, passando da 350 a 500 euro. Vediamo nel dettaglio in quali casi è necessario fare domanda per l’Assegno di inclusione e quando, invece, è opportuno richiedere il Supporto per la formazione e il lavoro.
ADI e SFL: non solo dati, volti, persone
Il Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), insieme all’Assegno di inclusione (ADI) sono misure assistenziali pensate per favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone in difficoltà economica.
Introdotti dal legislatore con il Decreto Lavoro 2023, l’ADI e il SFL, costituiscono il pacchetto di interventi che, nel tempo, hanno sostituito il tanto discusso reddito di cittadinanza.
Ogni prestazione ha un ruolo specifico, ma in alcuni casi le due misure possono essere complementari. Entrambe, infatti, offrono un supporto finanziario a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, a beneficio di molte famiglie italiane.
Secondo i dati dell’Osservatorio INPS, tra gennaio e giugno 2024, sono state quasi 700.000 (esattamente 697.640) le famiglie italiane che hanno presentato domanda di Assegno di inclusione. A queste si aggiungono le richieste di Supporto per la formazione e il lavoro che, da settembre 2023 a giugno 2024, hanno superato le 96.000 unità.
Si tratta di persone fragili e vulnerabili, che, a causa della disoccupazione, del lavoro precario e dei redditi bassi, riescono, con estrema difficoltà, a far fronte alle necessità quotidiane.
L'assegno di inclusione non è solo un aiuto economico, ma è uno strumento essenziale pensato anche per accompagnare le donne vittime di violenza di genere nel loro percorso di riscatto e autonomia. Il sussidio, infatti, può essere richiesto dalle donne che sono prese in carico dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni o dai servizi sociali, anche a seguito di provvedimento dell’Autorità Giudiziaria.
A chi spetta l’assegno di inclusione (ADI) e cosa cambia dal 2025
L’ADI spetta ai nuclei familiari che includono almeno un componente:
con disabilità;
minorenne;
con almeno 60 anni di età;
in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla Pubblica Amministrazione.
Per accedere alla misura il nucleo familiare deve possedere i seguenti requisiti.
Cittadinanza. Essere cittadino italiano/UE o suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. Titolare dello status di protezione internazionale o dello status di apolide.
Residenza. Residente in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Reddituali. Le novità di quest’anno riguardano:
Valore ISEE da 9.360 euro a 10.140 euro.
Valore ISEE del reddito familiare da 6.000 euro a 6.500 euro; per nuclei con persone di età ≥67 anni o con disabilità grave da 7.560 euro a 8.190 euro.
Soglia reddito per nuclei in locazione fino a 10.140 euro.
Integrazione al reddito per nuclei in locazione da 3.360 euro a 3.640 euro, fino a un massimo di 1.950 euro per nuclei con persone ≥67 anni o con disabilità grave.
Ulteriori requisiti. Non essere disoccupato, a seguito di dimissioni volontarie, nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa, nonché la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
È importante ricordare che i beneficiari devono presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD). Successivamente, ogni 90 giorni, i beneficiari, diversi dai soggetti attivabili al lavoro, sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali, o presso gli istituti di patronato, per aggiornare la propria posizione.
In caso di mancato incontro, il beneficio economico è sospeso dall’erogazione del mese successivo.
L’Assegno di inclusione viene pagato mensilmente sulla carta di pagamento elettronica, “Carta di inclusione” o “Carta ADI”, per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi.
Cosa può fare il Patronato per assistere le persone nella richiesta dell’ADI?
Presso gli uffici del Patronato ITAL è possibile avere la consulenza e l’assistenza necessaria per la presentazione della domanda di ADI sul portale INPS e per la sottoscrizione del Patto di Attivazione digitale (PAD) sul Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL).
Supporto per la formazione e il lavoro (SFL): i nuovi requisiti dal 2025
Possono far domanda per l'indennità SFL i singoli componenti dei nuclei familiari di età compresa tra 18 e 59 anni, con un valore dell'ISEE familiare non superiore a 10.140 euro annui che possano far valere i seguenti requisiti.
Cittadinanza. Per richiedere il sussidio è necessario appartenere a una delle seguenti categorie: essere cittadino dell’UE o familiare titolare del diritto di soggiorno; essere cittadino extra UE con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; essere titolare dello status di protezione internazionale.
Residenza. Residenza in Italia per un periodo non inferiore ai 5 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi.
Economici. Le novità di quest’anno riguardano:
Innalzamento soglie economiche: valore ISEE e reddito familiare da 6.000 euro a 10.140 euro.
Incremento dell'importo mensile: da 350 euro a 500 euro.
Estensione della durata: possibilità di proroga fino a ulteriori 12 mesi, se il beneficiario partecipa a un corso di formazione.
Obblighi formativi. Aver assolto il diritto-dovere all’istruzione e formazione o risultare esentati da tali obblighi nei casi previsti dalla disciplina vigente.
Ulteriori requisiti. Non essere disoccupato, a seguito di dimissioni volontarie, nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa, nonché la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Qual è l’iter da seguire per accedere all’indennità SFL?
Il richiedente, per beneficiare del Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), deve seguire i seguenti step:
Domanda tramite portale INPS di indennità SFL.
Iscrizione al SIISL (Sistema informativo per l'inclusione sociale lavorativa): rilascio della DID (Dichiarazione Immediata Disponibilità al lavoro, inserimento del proprio Curriculum, indicazione di almeno agenzie per il lavoro scelte) e sottoscrizione del PAD (Patto di Attivazione Digitale).
Patto di servizio personalizzato: dopo la verifica dei requisiti da parte dell’ INPS, il richiedente viene chiamato dal Centro per l’impiego per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.
Partecipazione, a seguito della stipulazione del patto di servizio, attraverso la piattaforma del SIISL, alle attività per l'attivazione nel mondo del lavoro che determina l'accesso per l'interessato a un beneficio economico pari ad un importo mensile di 350 euro. Tale importo è erogato per tutta la durata della misura, entro un limite massimo di 12 mensilità.
È importante ricordare che tale beneficio economico è vincolato alla partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione professionale, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro e che l'interessato è tenuto a dare conferma, almeno ogni 90 giorni, della partecipazione a tali attività, pena la sospensione del beneficio.
Visto il requisito del diritto-dovere all’istruzione richiesto, i soggetti compresi tra i 18 e i 29 anni che non abbiano adempiuto all'obbligo scolastico sono tenuti all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione per adulti. La frequenza a questi corsi comporta l’erogazione del beneficio economico, fermo restando il periodo massimo dei 12 mesi.
Il beneficio economico è erogato mediante bonifico mensile da parte dell'INPS.
di ISABELLA CASTAGNA