La bozza del decreto presentata dall’Amministrazione determina i criteri e i contenuti dell’offerta formativa, confermati i 60 CFU CFA dei percorsi di formazione e abilitazione dei docenti
Presentata alle organizzazioni sindacali la bozza del decreto che prevede i nuovi percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione dei docenti di posto comune, da 60 CFU CFA, della scuola di I e di II grado che dal 2025 prenderanno avvio a pieno regime.
Il nuovo sistema di formazione iniziale e accesso al ruolo per i docenti della scuola secondaria si articola in:
un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a non meno di 60 CFU/CFA
un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale
un periodo di prova in servizio di durata annuale
una fase transitoria fino al 31 dicembre 2024
La bozza del decreto presentata dall’Amministrazione ricalca quanto già previsto dal decreto n.36/2022 e determina i criteri e i contenuti dell’offerta formativa dei percorsi, le modalità organizzative, i costi massimi a carico degli interessati, i criteri e le modalità di svolgimento della prova finale, al fine del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado, per le relative classi di concorso.
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Resta quindi confermato il percorso universitario di 60 CFU/CFA di cui 20 di tirocinio diretto con esame finale scritto e orale ai fini dell’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento (vengono conteggiati gli eventuali 24 CFU/CFA già in possesso dell’aspirante).
Accedono a questi percorsi coloro che sono in possesso del titolo di studio di accesso all’insegnamento e anche coloro che sono regolarmente iscritti a corsi di studio per il conseguimento dei medesimi titoli. Per coloro che sono iscritti a corsi di studio per il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico l’accesso è subordinato all’acquisizione di 180 CFU.
L’abilitazione è il requisito per poter partecipare ai futuri concorsi. Nel decreto è inoltre previsto:
che il Ministero dell’Istruzione e del Merito individui il fabbisogno di docenti, per i tre anni scolastici successivi, per il Sistema nazionale di istruzione (che comprende anche le scuole paritarie, i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni nonché le scuole italiane all’estero) e, in caso di numeri eccedenti, le Università possono programmare a livello locale l’accesso a tali percorsi con le modalità individuate dal Ministero dell’università e della
una fase transitoria sino al 31 dicembre 2024 alla quale possono partecipare al concorso gli aspiranti in possesso dei seguenti requisiti:
titolo di studio d’accesso alla classe di concorso + almeno 30 CFU/CFA del percorso universitario e accademico di formazione iniziale (tali aspiranti completeranno il predetto percorso e conseguiranno l’abilitazione durante il primo anno contratto a tempo determinato);
titolo di studio d’accesso alla classe di concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 (tali aspiranti completeranno il percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale e conseguiranno l’abilitazione durante il primo anno contratto a tempo determinato).
Inoltre, nella fase transitoria è previsto che coloro che sono titolari di contratti di docenza presso una istituzione scolastica statale o scuola paritaria ovvero nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni possono accedere, per i primi tre cicli, ai percorsi relativi alla propria classe di concorso, nei limiti della riserva di posti che è pari, per il primo ciclo, al 40 per cento, e, per il secondo e il terzo ciclo, al 30 per cento dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o Istituzione AFAM.
Il percorso avrà un costo massimo che oscilla tra 2.000 e 2.500 euro.
Posizione della Federazione UIL Scuola Rua
La Federazione UIL Scuola Rua, in premessa, ha ribadito la netta contrarietà su tutto l’impianto del decreto n. 36/22.
Lo stesso non si limita solo a delineare i prossimi percorsi abilitanti e i concorsi, ma, ricordiamo, ha anche previsto il taglio di più di 10mila cattedre per i docenti di posto comune dal 2026/27 al 2031/32, della card docente a partire dal 2024 e ha ridotto di 30milioni di euro il Fondo per la valorizzazione della professione docente (originariamente destinato alla contrattazione collettiva).
Anche per quanto riguarda – nello specifico – il contenuto del DPCM, abbiamo espresso netta contrarietà.
Un sistema gestito esclusivamente dalle Università a cui è data la possibilità non solo di decidere autonomamente i costi per l’acquisizione dei 30 o 60 CFU ma addirittura di concedere o meno posti in più rispetto al fabbisogno del personale docente, calcolato in un triennio dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Resta inoltre irrisolta la questione, da noi più volte sollevata, della mancanza di un percorso dedicato per i c.d. docenti “ingabbiati” ovvero le migliaia di docenti di ruolo già abilitati ma con il titolo specifico per altro grado di scuola che fino ad oggi non hanno potuto conseguire l’abilitazione. Secondo infatti il DPCM, anche questi docenti rientrerebbero nel numero massimo del contingente di personale docente che potrà abilitarsi, anche se con una quota di posti a loro riservata, il che determinerà inevitabilmente l’esclusione di numerosi docenti dai suddetti percorsi.
Su tale punto abbiamo rivendicato la necessità di un provvedimento legislativo che di fatto preveda un percorso strutturale nel tempo, che vada anche al di là di quanto stabilito nel dl 36/2022, che consenta loro di abilitarsi nella scuola secondaria di primo e secondo grado, per poter usufruire dei passaggi di grado/ruolo come avveniva in passato.
Per l’Amministrazione ha partecipato la dott.ssa Palumbo, per la Federazione Uil Scuola Rua Paolo Pizzo e Roberto Garofani.
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