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Bocciata con la media dell'8, la causa è la malattia invalidante. L'inclusione scolastica deve essere garantita? Ma come?

La famiglia consapevole della malattia e quindi delle difficoltà nel seguire le lezioni in presenza aveva presentato richiesta alla dirigente di poter permettere a Martina di seguire secondo...



Media dell'8 ma bocciata per le assenze è quel che è successo a Martina, una studentessa di 17 anni, situazione che le ha creato frustrazione. Troppe le assenze, dato che mette alle strette il consiglio di classe in merito alla scelta finale.

La causa delle assenze è da attribuire all'endometriosi, una malattia invalidante e poco conosciuta.

La studentessa dopo aver appreso la notizia ha dichiarato al Mattino: “Da due anni la mia vita è stata stravolta, ogni aspetto è stato minato, compresa la vita scolastica. Mi sarei aspettata un trattamento diverso dalla scuola, un’istituzione che dovrebbe promuovere inclusione, comprensione e umanità. Invece ho riscontrato un clima ostile, come se la mia condizione dipendesse da me. - e ancora - Ho faticato come una matta perché la scuola è sempre stata una mia priorità. Con tanta perseveranza e sforzi, sono riuscita a ottenere buoni risultati”.


La famiglia consapevole della malattia e quindi delle difficoltà nel seguire le lezioni in presenza aveva presentato richiesta alla dirigente di poter permettere a Martina di seguire secondo le modalità della didattica a distanza. Proposta bocciata vista l'impossibilità dettata dalla normativa vigente, per come dichiarato dalla preside, e come alternativa è stato consigliato di far ritirare la studentessa per poi farle affrontare l'esame di recupero.

Una situazione che ha generato forti tensioni al punto che, per come dichiarato dalla preside sempre al quotidiano "Il Mattino", una delle docenti è stata aggredita il giorno 5 giugno riportando conseguenze con prognosi di 3 giorni e relativa denuncia per aggressione.

La dirigente scolastica nel giustificare la posizione della scuola ha asserito che nei confronti della discente ha prevalso il “senso di tolleranza e umanità”, ma che allo stesso tempo non è stato possibile mettere in campo scelte inclusive visto che le presenze sono state “sporadicamente e per qualche ora”.



La dirigente ha infine invitato i genitori a “riflettere sull’importanza di avere fiducia nelle istituzioni e rispetto per chi contribuisce allo sviluppo degli alunni, improntato a dialogo, rispetto reciproco e collaborazione”.

In una situazione del genere emergono le difficoltà e la non flessibilità della scuola italiana, rigida su alcune scelte. Ogni alunno ha una storia e ogni alunno deve avere il diritto ad una didattica inclusiva. La figura di uno psicologo, in casi come quello esposto, è fondamentale. La malattia porta disagi, disagi importanti dal punto di vista fisico e psicologico. Non si tratta di chi ha torto o ragione. La Dirigente e il Consiglio di Classe hanno applicato le regole, tecnicamente nessun errore. La realtà è che l'inclusione è un processo complesso che in alcuni casi deve abbattere i tecnicismi, abbattimento che deve essere previsto dalla normativa.

L'auspicio è quello di uscire dalla diatriba del chi ha torto o ragione e, parlando esclusivamente della bocciatura di Martina, entrare nell'ottica dell'inclusione.

La Scuola ha bisogno di Martina e la stessa Martina ha bisogno della Scuola, l'inclusione si concretizza in questo incontro che deve essere la sintesi di un lavoro che vede coinvolte le varie figure: Dirigente, Studente, Docenti, Specialisti e Famiglia.



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di LA REDAZIONE




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